Terre Joniche
StoriaLa Provincia di Crotone è un territorio con ottime potenzialità dal punto di vista delle attività economiche nel settore agricolo e del turismo, ma ancora oggi, nonostante le diverse operazioni delle forze dell’ordine e della magistratura, presenta una situazione criminale che desta forti preoccupazioni, soprattutto per le sue violente manifestazioni.
Tra le tante, quella subita da Domenico Gabriele, un ragazzo di 11 anni che nel mese di settembre del 2009 è deceduto dopo aver lottato a lungo in ospedale, vittima innocente di una sparatoria avvenuta durante una partita a calcetto, in un quartiere periferico di Crotone.
Nel territorio di Isola di Capo Rizzuto, un comune di 15 mila abitanti, dominano le cosche Arena e Nicoscia. La cosca storica degli Arena, in particolare, è quella più colpita dai provvedimenti giudiziari che hanno portato alla confisca di numerosi beni immobili tra cui circa 90 ettari di terreni con relative strutture e che costituiscono oggi l’oggetto del progetto Libera Terra Crotone.
Il percorso che ha portato alla nascita della cooperativa Terre Joniche – Libera Terra è iniziato nel gennaio 2008 quando l’Associazione Libera è stata chiamata a prendere parte del protocollo “Restitutio” promosso dalla Prefettura di Crotone, in collaborazione con la Provincia e i Comuni per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla‘ndrangheta, con particolare riferimento ai circa 100 ettari di terreni ubicati nei comuni di Cirò e Isola di Capo Rizzuto.
In questo ultimo comune, in particolare, sono presenti circa 90 ettari di terreni confiscati al clan Arena, che costituiscono un’azienda agricola di primaria importanza. Sin dalle prime ricognizioni effettuate dai tecnici dell’Agenzia Cooperare con Libera Terra, è emerso che i terreni presentano caratteristiche agronomiche ottime e vocazionalità eccellente per coltivazioni orticole di pieno campo o cerealicole. Terreni ben strutturati, fertili, ricchi di sostanza organica con grande disponibilità di acque a pochi metri dal piano di campagna.
L’utilizzo dei terreni con una programmazione che preveda la rotazione dei cicli colturali (ad es. rotazione tra cereali ed orticole, intercalando alle coltivazioni principali anche eventuali colture frutticole), potrà così garantire possibilità occupazionali e reddituali per decine di persone.
In entrambi i comuni la brevissima distanza dei terreni in questione dal mare, può favorire inoltre, lo sviluppo di una filiera di turismo responsabile per persone provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo.
L’Associazione Libera ha quindi proposto alle istituzioni un progetto con l’obiettivo di favorire la costituzione di una cooperativa sociale attraverso un bando pubblico alla quale assegnare i terreni confiscati. Sin dall’inizio si è previsto che la cooperativa potesse operare su tre direttrici: l’agricoltura biologica, il turismo sociale, i servizi di tutela ambientale e paesaggistica.
Tutte attività inserite nel contesto locale atte a favorire lo sviluppo delle potenzialità del territorio, la natura dei luoghi, lo sviluppo turistico e delle eccellenze e delle attività produttive, la valorizzazione dei prodotti agricoli fortemente radicati nel territorio che ad oggi rappresentano il più importante patrimonio dell’economia crotonese.